La Primavera di Sandro Botticelli è una delle opere più importanti del Rinascimento italiano, conosciuta e ammirata in tutto il mondo. Ci sono ancora tanti punti interrogativi sull’opera, a partire dai nomi di tutti i tipi di piante e fiori che compaiono: se ne conoscono 138 ma ne sono presenti molti di più. Una sicurezza è la famiglia committente: i Medici. Il membro committente della famiglia, invece, non è certo ossia non sappiamo se è commissionata dal cugino di Lorenzo il Magnifico oppure dal Magnifico stesso. L’unica certezza è che alla fine del XV secolo l’opera si trova nella casa in via Larga (oggi via Cavour) degli eredi di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico e poi nella villa di Castello, dove Giorgio Vasari nel 1550 la descrive insieme alla Nascita di Venere e da qui il nome Primavera.
Almeno due ipotesi sulle motivazioni della commissione: il matrimonio del cugino del Magnifico con Semiramide D’Appiano, nipote di Simonetta Vespucci, la grande musa ispiratrice di Botticelli o la nascita di Giulio di Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo, che in futuro diventerà Papa Clemente VII. Fino a questo punto, questa seconda ipotesi potrebbe essere corretta ma poi arriva il 26 aprile 1478, una data molto importante per Firenze: la congiura dei Pazzi. Quel giorno, i Pazzi, famiglia rivale dei Medici, ordiscono un attentato in cui viene assassinato Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo e padre del piccolo Giulio, che nascerà il mese successivo. In quel momento la tela è già in lavorazione. Così, a seguito di alcune modifiche, il Magnifico sceglie di donare il dipinto a suo cugino Lorenzo di Pierfrancesco per il futuro matrimonio.
Il quadro, che al momento si trova alla Galleria degli Uffizi, ha molte interpretazioni più o meno vicine ad una possibile realtà ma nei paragrafi a venire parleremo solo dell’ipotesi medicea. Grazie alla studiosa Mirella Levi d’Ancona si può andare a fondo sui personaggi di questo celebre quadro e trovare somiglianze, comparandole ad altri quadri, con alcuni membri della famiglia Medici. Venere in principio avrebbe dovuto rappresentare Fioretta Gorini che è l’amante di Giuliano de’ Medici e la madre di Giulio. Ma dopo l’attentato da parte dei Pazzi, il significato generale dell’opera cambia e così Venere diventa il simbolo dell’amore universale. Mercurio rappresenta il futuro sposo Lorenzo di Pierfrancesco e una delle tre Grazie, quella centrale, la sua sposa, Semiramide D’Appiano.
Ma in un’altra opzione della stessa ipotesi ci sono almeno due delle tre Grazie che sono donne legate alla famiglia Medici: quella a destra sarebbe Caterina Sforza, madre di Giovanni dalle Bande Nere, e facendo un passo indietro, la Grazia centrale non sarebbe Semiramide D’Appiano ma Simonetta Vespucci poiché si dice che questa donna ha avuto una relazione con Giuliano de’ Medici, che prima della congiura dei Pazzi è ritratto nei panni di Mercurio al posto del cugino.
Un dettaglio da non trascurare per avvalorare quest’ipotesi è il fatto che la Grazia centrale è l’unica con lo sguardo rivolto a Mercurio. Questa teoria che rende i Medici non solo committenti ma anche protagonisti rimane sicuramente la più affascinante. C’è un punto su cui tutte le tesi, o quasi, concordano: la tela rimane una celebrazione del potere della famiglia Medici e del Magnifico, un tripudio di bellezza, prosperità e ricchezza che in quel momento la città di Firenze vive sotto la loro guida.